I giorni grandi di Matteo Campia

(ITALIA, 2017) di Angelo Siri e Fulvio Scotto

Matteo Campia è stato un pilastro dell’alpinismo cuneese per circa un ventennio, nel periodo a cavallo della seconda guerra mondiale, venendo cronologicamente dopo Gianni Ellena, caposcuola indiscusso del decennio precedente. Campia, più giovane di qualche anno portò avanti l’attività di Ellena nell’esplorazione alpinistica delle nostre montagne. In particolare, il suo nome resta legato ad una importante via, tracciata insieme ad Ellena nel 1945, sulla parete sud ovest del Corno Stella, cima assurta a simbolo delle Alpi Marittime nel mondo alpinistico. Campia inoltre allargò la sua attività al periodo invernale ed a lui spetta anche il merito di aver fatto fare allo scialpinismo un passo in avanti senza precedenti nella frequentazione della montagna. Da ricordare la traversata delle Alpi Marittime in sci che realizzò con l’amico Gino Vigna nel marzo del ‘54. Tutto ciò, con l’apertura di trenta vie nuove e ventotto prime invernali, che andranno a costituire un curriculum alpinistico particolarmente significativo, gli valse l’ammissione al Club Alpino Accademico del CAI nel 1957, nonché la nomina a socio onorario del CAI nel 1995. Egli divenne così figura di riferimento per i giovani cuneesi che nei decenni successivi si avvicineranno all’alpinismo.

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